“Amore Mio” a Montecitorio (video e foto)







È stata una giornata speciale.
Sono onorato di aver
Portato Parteciparte Teatro Dell’oppresso a Montecitorio
Assieme ai centri antiviolenza e le associazioni
si è creata un’ assemblea di cittadine e cittadini
Raccolti attorno al fuoco del teatro
per cercare assieme umane soluzioni
al problema della violenza di genere
Senza ( pre ) giudizi e al di là dei ruoli
Solo donne e uomini assieme:
Un “cerchio”
in cui è impossibile essere ultimi
o essere primi.
Questo è solo il primo
di una serie di eventi
che organizzerò nei luoghi
del parlamento,
che è bene ricordare,
è la casa di tutte e tutti.
Il prossimo convegno/spettacolo
sarà lunedì 30 ottobre
con Oltre le Parole onlus Roma- Operatori di Teatro nel Sociale
e le altre realtà che si occupano di teatro sociale
Seguiranno altri eventi
con le compagnie di teatro-carcere
e con altre splendide realtà
che, attraverso la creatività,
instancabilmente
praticano la loro vocazione:
accompagnare le persone
in un percorso evolutivo.
In attesa che la ” nostra “
pdl #teatroinognicarcere
diventi legge .
…Ci vediamo in giro…
Non ci lasciate soli.
Buona visione !
…e mi raccomando
Siateci
E se non ci siete…
Parlatene, commentate, condividete





Perché aver organizzato un Teatro Legislativo sulla violenza di genere al Parlamento in questo momento, su un tema su cui ci sono già tante proposte, leggi, voci!?
Ce lo siamo chiesto tanto.
Ne abbiamo sentito il bisogno. Ringraziamo Raffaele Bruno per avercene dato la possibilità. Volevamo mettere insieme tante realtà diverse e creare connessioni tra il micro e il macro, tra le storie delle singole persone e i grandi processi culturali e legislativi. E’ stato prezioso avere in sala chi lavora da sempre sulla violenza insieme a chi tutti i giorni la vede, la vorrebbe contrastare ma non sempre sa cosa fare. Fare una prova generale della rivoluzione che si vuole. Una rivoluzione nelle relazioni. E a volte nelle simulazioni succedono miracoli. Una sala intera che si allena a sostenere una persona oppressa, ad affrontare un oppressore, a creare rete e alla fine decide di cambiare le regole del gioco. Queste le regole che in questa occasione la sala ha ritenuto fondamentali per il cambiamento:
serve valorizzare ciò che già c’è, l’esperienza e i saperi dei centri anti violenza ha ricordato Oria Gargano, ma senza delegare tutto a loro. Serve una collaborazione estesa coi presidi ospedalieri, le scuole e le strutture presenti sui territori. La deputata Anna Laura Orrico ha ribadito la necessità di usare metodi come il teatro per unire settori spesso scollegatati tra loro.
Serve educare in tutte le scuole al rispetto, alla cura reciproca, all’affettività, alla sessualità, e ringraziamo SCOSSE – Associazione di Promozione Sociale e la rete Educare alle Differenze per l’instancabile impegno in questo senso. Serve una chiara volontà politica di andare oltre le resistenze. E questo lavoro ha ricordato AIDOS Associazione italiana donne per lo sviluppo, come il finanziamento dei Centri AntiViolenza, deve avvenire in modo continuativo e strutturato. Serve applicare le norme e le linee-guida internazionali su come farlo.
Serve formare gli adulti sulla violenza di genere, serve farlo nei luoghi di lavoro così come a scuola con le famiglie.
Serve costruire spazi di ascolto attivo e autocoscienza tra maschi, in tutti i quartieri e grazie a Stefano Ciccone e Maschile Plurale per il contributo in questo senso. Ci sono oramai anche centri dove gli uomini che si vogliono liberare dalla violenza possono andare. Va segnalato dovunque si vedono escalation (vedi Relive – Relazioni Libere dalle violenze). Devono anche sentire lo sguardo della comunità e quindi “dobbiamo rompere l’omertà sulla normalizzazione della violenza” ha insistito Alessandra Pauncz, Presidente di Relive).
Stefania Ascari come prima firmataria del Codice Rosso ha evocato il lavoro che sta facendo come legislatrice per superare le grave mancanze dello Stato.
Servono legami di prossimità al lavoro, nei quartieri. per creare reti di supporto per donne in difficoltà e per creare consapevolezza tra uomini sulle aspettative, le emozioni.
Serve rispettare sempre la soggettività della donna, i suoi tempi, le sue scelte o non scelte, facendola sentire meno sola, e mostrandole diverse possibilità e vie di uscita.
Serve difendere tutte/i i centri antiviolenza perché quelle poche risorse che ricevono arrivano ancora a singhiozzi e in ritardo.
Queste le proposte politiche frutto del teatro legislativo che abbiamo realizzato in Parlamento. Per la prima volta in Italia cittadine/i e istituzioni si sono confrontate attraverso il teatro individuando le questioni più rilevanti da affrontare per eliminare la violenza patriarcale dalle nostre vite e creare spazi di libertà sempre più grandi.
Grazie a tutte/i/u!!!!
Grazie amici, amiche, amicu di Parteciparte Lorenzo Macchi, Rosa Martino, Leila Spignese, Claudia Signoretti, Valentina Ghione, Mari Casa, Harmouche Mohamed
Olivier Malcor