Proposta di Legge #teatroinognicarcere: le audizioni in Commissione Giustizia

Proposta di Legge #teatroinognicarcere: le audizioni in Commissione Giustizia

“L’attivita’ teatrale che si svolge nelle carceri mostra delle statistiche sorprendenti: nel 2021 sono stati realizzati laboratori ed esperienze teatrali in 144 strutture penitenziarie, con un totale di 124 laboratori che a volte hanno lavorato su piu’ sedi e questo spiega la non perfetta coincidenza tra i numeri”, se il disegno di legge ‘Disposizioni per la promozione e il sostegno delle attivita’ teatrali negli istituti penitenziari’ – primo firmatario il deputato Raffaele Bruno di M5s – “diventera’ legge, come auspichiamo, si potra’ superare la realta’ a macchia di leopardo e far diventare ‘sistema’ questa domanda di politica culturale nelle carceri”. Lo ha sottolineato Bernardo Petralia, il capo dell’Amministrazione penitenziaria in audizione da remoto davanti alla Commissione giustizia della Camera. “In 69 casi si tratta di laboratori che durano da 4-10 anni, e in ben 45 casi hanno una attivita’ che si svolge da oltre 10 anni”, ha detto Petralia per indicare quanto questa attivita’ trattamentale per il recupero e l’inclusione sociale dei detenuti sia importante: “l’urlo teatrale fa uscire la rabbia che hanno dentro e li reindirizza a una nuova vita lontana dalle delinquenza”.

“E’ vero, c’e’ tanto da fare per le carceri che hanno strutture fatiscenti, c’e’ il problema della carenza del personale, ma – secondo Petralia – occorre affrontare anche il tema della politica culturale nel carcere e occorre riversarvi dentro degli operatori esterni”. Il capo del Dap ritiene positivo il fatto che il ddl ‘Bruno’ preveda un fondo per finanziare le attivita’ teatrali e pagare gli operatori esterni. Petralia ha poi aggiunto che, con il supporto della ministra Marta Cartabia, sono in corso contatti con l’Istituto nazionale del dramma antico (Inda) per portare i detenuti in scena nel teatro greco di Siracusa “se la pandemia e il coordinamento ministeriale lo consentiranno”.

Per quanto riguarda la partecipazione di genere ai laboratori teatrali, solo a 15 hanno preso parte le detenute ma occorre tenere presente – ha detto Petralia – che “il numero delle donne detenute e’ molto, molto minore di quello degli uomini”. Con riferimento alle aree di detenzione di provenienza dei detenuti, Petralia ha spiegato che “93 laboratori coinvolgono ristretti del circuito di media sicurezza, a 20 laboratori partecipano detenuti in alta sicurezza (As3), la maggior parte di loro fanno gli attori e in questo modo vivono l’inclusione in forma di talento piu’ che di professione”, una esperienza molto positiva con ricadute di speranza per il futuro fuori dal carcere. Per il capo del Dap che viene da una famiglia di musicisti e musicofili – come lui stesso ha raccontato durante l’audizione – “il contatto con ogni forma artistica e’ sempre positivo e ci migliora”.

In 37 laboratori c’e’ stata formazione per i detenuti come scenografi, in 35 come musicisti, in 30 come danzatori e mimi: “questa ricchezza di esperienze ci fa capire – ha detto Petralia – come sia urgente dare una sistemazione normativa a questa domanda di politica culturale che viene dalle mura carcerarie”, considerando che gli istituti penitenziari sono circa 190, e che in 144 si realizzano i laboratori, l’approvazione della legge sulla stabilizzazione del teatro nelle carceri “aiutera’ a superare questa macchia di leopardo”. Petralia ha poi detto che nei 144 istituti dove si svolgono i laboratori ci sono 79 teatri interni e per il resto “ci si arrangia nelle palestre o in altri spazi”. I finanziamenti per queste iniziative sono stati pubblici in 75 casi, e in 24 casi privati. Anche nel settore della giustizia minorile ci sono “esperienze formidabili”, ha sottolineato Petralia invitando la Commissione giustizia ad audire Gemma Tuccillo che dirige l’amministrazione penitenziaria minorile. Il capo del Dap ha infine ricordato l’encomio rivolto dall’attrice inglese Helen Mirren – premio Oscar per ‘The Queen’.

“Questa proposta di legge nasce da una esperienza umana travolgente, sono un attore e autore e a Montecitorio sono venute dieci rappresentanze del teatro nel mondo carcerario che ci hanno fatto capire ancora di piu’ l’importanza di armonizzare questa realta’ complessa, dalla quale provengono persone che ora sono miei compagni di viaggio e che sono ‘maestri’ e possono metterci in guardia da tante cose. Provvedero’ a sistemare le note tecniche suggerite dal capo del Dap Bernardo Petralia” ha commentato Raffaele Bruno.