Carcere Nisida

Carcere Nisida

21 gennaio 2019

“Siamo andati a fare lo spettacolo al carcere di nisida ed è stata una giornata che mi ha fatto molto riflettere.
Non ero mai stata in un carcere minorile in cui c’erano ragazzi veramente giovani e che già avevano un passato e un presente così difficile. Avevano gli stessi visi puliti e timidi degli studenti che vengono a fare i laboratori scolastici , gli stessi visi puliti e timidi dei ragazzi della nostra chiesa , le ragazze avevano lo stesso loro imbarazzo nel recitare una poesia o nel cantare una canzone e mi sono chiesta cosa possono aver mai fatto di così terribile questi ragazzi per stare qui già da qualche anno e per doverci stare qualcuno ancora a lungo…

Quasi tutti portano con loro un fardello molto pesante che li ha portati dove sono ora e loro sono i piccoli Gennaro, Giovanni ecc…che ho conosciuto nelle case circondariali per “grandi”.

Ma a 19 anni non puoi pensare che la tua vita debba essere questo e così è. A 19 anni è obbligatorio pensare di poter diventare quello che vuoi , poi conosci alcuni di 19 anni e capisci che gli hanno insegnato un altra cosa.

Là ho visto ragazzi giovani ridere, divertirsi, cantare e rappare molto meglio di quelli che vanno in televisione ed emozionarsi perché dovevano parlare davanti a un piccolo pubblico.

E basta solo questo.

Per quelle due ore avevano la possibilità di emozionarsi e basta ,di ridere e basta senza pensare che c è altro da fare, che c’è qualche vendetta da consumare che c è una famiglia che altrimenti non mangia ,che bisogna essere forti e violenti altrimenti non si sopravvive.
Ho visto ragazzi giovani che facevano i giovani e basta e ho pensato a quanto la nostra società sia indietro se abbiamo bisogno di rinchiudere il nostro futuro.

“Certi bambini ” solo rinchiusi possono concentrarsi su quello che vogliono essere da grandi e questo è un fallimento per l umanità tutta. Mi sono sentita piccola come essere umano di fronte alla grande stortura del mondo.

Ma in fondo io che ne so,vado li per due ore dico che la vita è bella che per fare cose buone basta volerlo e me ne torno a casa ,alla mia bella comunità, alla mia vita tutto sommato semplice.

E invece no.

Bisogna andare anche solo per due ore, bisogna andare perché l’arte è un pretesto per incontrarsi per conoscersi per confrontarsi e quindi se canti una canzone in meno non fa niente ma se incontri una persona in meno quello si che ti può cambiare la vita. Finché siamo vivi è possibile cambiare le nostre vite, io personalmente ho tanti esempi intorno a me, incontri che con i loro racconti mi hanno resa migliore.

Siamo tutti fili di lana dello stesso scialle tutti bisognosi di carezze, che cosa ci succederà quando perderemo la voglia di incontrarci, rinchiusi in una tecnologia che ci sta alienando gli uni agli altri?

Visi timidi, mani adulte, occhi antichi…questo accade quando le persone si incontrano e si guardano, davvero”.

 

Federica palo
Attrice de “Gli ultimi saranno”

“Nisida è un paradiso”

La prima volta che mi sono recato lì, invitato dal Direttore G. Guida per svolgere un laboratorio musicale teso all’integrazione di ragazzi dai 14 ai 25 anni in detenzione per reati di vario tipo,

ho incontrato i loro sguardi di rassegnazione che raccontavano storie talvolta struggenti e mi trasmettevano la sensazione che avessero perso la capacità di sognare.

Ho cercato di sensibilizzarli utilizzando strategie didattiche volte ad attrarre la loro simpatia ed attenzione.

Ho raccontato qualche episodio della mia adolescenza da “scugnizzo”, dell’importanza che ha avuto per me la musica, grazie alla quale ho superato mille difficoltà, donandomi la speranza di avere un futuro migliore.

Ogni momento trascorso insieme ai ragazzi è stato proficuo per tutti noi.

Quello più coinvolgente emotivamente è stato l’incontro con Raffaele e con gli artisti dello spettacolo “Gli ultimi saranno”, in cui i giovani detenuti si sono cimentati con grande entusiasmo e partecipazione.

Insomma, la cornice del paesaggio di Nisida, rende meno amara la lontananza dalla famiglia, dagli affetti e dagli amici”

 

Luciano pierro
Musicista, tiene un laboratorio di musica nel carcere