Pozzuoli, carcere femminile
4 novembre 2019. feat. Fede’n ‘ Marlen e Cesare Isernia
Fede’n’Marlen
Forse ieri la musica ci ha regalato una delle possibilità più grandi in sei anni.
Cantare nel carcere femminile di Pozzuoli non si può raccontare a parole. Tutto è riduttivo.
Sappiamo solo che siamo entrate in un modo e uscite in un altro.
Sorridenti per le parole e gli abbracci scambiati con tante donne, ma con addosso un forte peso al petto. Tanto dolore e miliardi di domande
Una su tutte: cosa posso fare io?
Grazie a Raffaele e a tutti i musicisti che con grande verità seguono questo progetto “gli ultimi saranno”.
” Quando Raffaele e il suo gruppo ci ha invitate a suonare alla casa circondariale di Pozzuoli il nostro entusiasmo è salito alle stelle.. Ma più la data si avvicinava… più saliva l ansia.. paura del troppo sentire, dello stare male, come reagiró alle storie che ascolteremo? Cosa dovrò dire? Sarò abbastanza forte dal sostenere il peso di ciò che queste donne stanno vivendo?
Tutto questo macigno è svanito pian piano.. parlando con le prime donne arrivate al teatro all’ interno del carcere.
Tutto questo macigno si è dissolto nella consapevolezza dell enorme occasione che avevamo di poter cantare davanti ad un pubblico che altrimenti non ci avrebbe mai incontrate
Tutto questo macigno si è diradato capendo che il nostro ruolo era mettersi a disposizione, tradurre, decifrare, essere specchio non solo del dolore ma anche e soprattutto della rivoluzione che molte delle donne incontrate stanno già mettendo in atto.
Ci siamo sentite per tutto il tempo semplicemente tra donne che lottano.
Donne che si appellano al potere della creazione, della cura.
E non solo dei proprio figli ma della vita in toto.
Ciò che abbiamo preso sento sia nettamente superiore a ciò che siamo riuscite a dare e questo è stato un dono indimenticabile”.
Federica Ottombrino
alcuni dei testi recitati dalle detenute, che frequentano il laboratorio di scrittura creativa tenuto dalla prof.ssa Angela Cicala:





“Una giornata davvero speciale al Carcere di Pozzuoli. Un incontro di anime fatto di note, parole, suggestioni, emozioni con un denominatore unico: l’autenticità che non è semplicemente verità (quella viene richiesta nelle aule giudiziarie…). Essere autentici è una condizione più difficile, più faticosa da percorrere perché implica il contatto con una parte di sé non sempre esplorata, una zona profonda che la scrittura è capace di rivelare se ci si pone in ascolto e in autocritico svelamento. Le allieve della nostra scuola stanno imparando a non nascondersi e ad usare ogni strumento proposto per arrivare a trovare il bandolo annodato della propria esistenza. E ricominciare. Perché gli Ultimi saranno … non necessariamente i primi, se avranno la possibilità di cominciare ad essere”.
prof.ssa Angela Cicala
Il carcere femminile di pozzuoli è una di quelle strutture che adottano la buona pratica di restituire dignità alle persone attraverso la nobiltà di un artigianato lavorativo (articolo da “nuova ecologia” ) .
E’ particolarmente significativo il lavoro svolto dalla coop.Lazzarelle

“La mia seconda esperienza, la prima in un carcere femminile.
Come sempre emozioni fortissime, è una crescita interiore che metabolizzerò col tempo.Quando ci si confronta con realtà così diverse da quelle normali le parole non possono mai descrivere a fondo le sensazioni che si provano i volti di quelle donne resteranno a lungo nella mia mente sicuramente”.
Cesare Isernia